Grande Fracci, indimenticabile icona di stile…”

L’ho amata. Il suo movimento cosi personale e unico, mi ha incantato ed emozionato.

Carla Fracci non se ne è andata…

Restano con noi i suoi occhi penetranti, che nelle sue straordinarie interpretazioni arrivavano fin dentro l’anima.  La sua grande essenza di artista e sublime interprete, finiva per mescolarsi a quella di chi la guardava, cancellando il sottile filo che separa la finzione dalla realtà, e lasciando ad occhi spalancati quel pubblico che lei sapeva rapire totalmente, con eleganza, perfezione e lirismo.

La sua forza, la sua magia la facevano risplendere di una luce che pochi hanno, una magia ed una forza che la rappresentavano in scena ma anche nella vita, perché era una donna tenace e con una volontà ed una dedizione assolute verso ciò che faceva.


Da adolescente, studentessa di danza, il cuore mi si fermava quando la vedevo danzare e tutto di lei mi affascinava… da adulta e giovane ballerina, l’ho presa ad esempio…Carla Fracci è stata e rimarrà un grandissimo esempio per tutte le generazioni di danzatori.

La sua danza andava oltre al puro gesto tecnico, che seppur perfetto, era sempre “abbracciato” da un’espressività che non aveva limiti…

Il grande critico del New York Times, Clive Barnes, la definì la “Duse della Danza”, quando con la sua Giselle, incantò l’America.

 

 

Chi come me ama la danza e ha nel cuore la bellezza di una Giselle dapprima gioiosa e vitale, che poi ti trascina nel suo dolore durante la “pazzia” del primo atto del celebre balletto romantico, o ripensa alla passione e all’amore di Giulietta per il suo Romeo, culminante in una straziante danza di dolore e morte, non può non aver impresse nel cuore le straordinarie interpretazioni di Carla Fracci.

 

La grande ballerina italiana, pone l’accento su di un linguaggio interpretativo denso di gesto poetico ma anche forte, talvolta rabbioso o tenerissimo. La sua arte seduce, riportandoci alla grande tradizione stilistica, seppur con contenuti teatralmente molto innovativi e moderni, propri di un’artista che con i suoi passi “ racconta e danza allo stesso tempo”. E’ stata la ballerina che ha portato la danza ovunque, anche in televisione, danzatrice che già in passato, aveva ben compreso il valore dei media. Le teche Rai conservano innumerevoli testimonianze di sue partecipazioni televisive, che tutti noi speriamo di poter presto rivedere, e che la vedono accanto a personaggi come le gemelle Kessler, Raffaella Carrà, Heather Parisi, Fiorello, solo per citarne alcuni. Attraverso la sua vita spesa per ciò che amava e difendeva, si impegnava a diffondere la danza senza mai dispensarsi.

Nel 2010, l’ho avuta ospite ad Arenzano per insignirla del Premio alla carriera DanzArenzano Arte 12^ edizione, unitamente al Comune della città ligure e all’Amministrazione della Regione Liguria.

Era il mese di Luglio e per lei terminava un lungo decennio come direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’opera di Roma, dove aveva speso a partire dal novembre del 2000 passione ed energia per cercare di dare spazio a tanti giovani talenti emergenti. I giovani le stavano a cuore e ad “Arenzano in Danza”, si era mescolata fra loro, con un’umiltà fuori dal  comune per lei che era una grande étoile, amica di Fellini e Visconti ,e di cui è stato scritto: “Nata con le ali” “Monstre Sacrè”, o ancora,” Eccellente esponente della danza italiana nel mondo”. Era lì con semplicità e perché amava invitare attraverso il suo esempio e la sua splendida carriera, tutti quei bambini, adolescenti e giovani a studiare con determinazione ed impegno costanti…” solo in questo modo, ( ha ripetuto più e più volte),si possono ottenere risultati e raggiungere degli obiettivi”.

Era radiosa nei suoi abiti da giorno o da sera rigorosamente, bianchi o avorio… la pelle trasparente…i modi composti, affabili ed eleganti, accompagnati da un modo di parlare semplice e diretto, a ricordare che era anche una donna spiritosa, e che non aveva mai dimenticato i sacrifici della sua famiglia d’origine, dalla quale aveva imparato e conservato gelosamente l’immenso valore proprio del sacrificio.

Abbiamo passato due giorni intensi, ed abbiamo potuto chiacchierare di un’infinità di cose, insieme a Beppe Menegatti, compagno prezioso di una vita, (insignito anche lui quell’anno del premio DanzArenzano Arte) regista e marito che per lei ha creato tantissimi ruoli, come ad esempio “MEDEA”.  Ci è tornato alla mente che proprio con questo balletto, Carla Fracci in coppia con uno dei suoi più importanti e storici partner, il francese James Urbain, nel 1978, era stata chiamata ad inaugurare il Teatro Comunale della mia città, Alessandria. Aveva un sogno: poter realizzare una Compagnia Italiana di Balletto, ne parlava in modo accorato, ci teneva tantissimo ma questo sogno purtroppo non si è mai concretizzato.

 

Stavo vivendo un momento storico, accanto a due persone che mettevano cultura, esperienze professionali ed umane, in primo piano, a favore delle nuove generazioni di danzatori.

 

 Carla Fracci, la danzatrice che ha avuto sulla scena partner famosissimi, icona che ha ricevuto Premi prestigiosi in ogni parte del mondo dove è stata acclamata e amata, era lì accanto a me… e io conserverò per sempre quel suo “grazie” per ciò che stavo facendo e per l’impegno con cui lo stavo facendo, cosi come tengo strette a me le emozioni che mi ha lasciato artisticamente e umanamente e che provo oggi nel saperla “volata lassù”, dove tutto è spirito e leggerezza, purezza e armonia, come la sua, nostra, amata danza, come lei che era LA DANZA.    

                                               

Patrizia Campassi
Fondatrice e Direttrice Artistica di” Arenzano in Danza” 
Premio DanzArenzano Arte

Così la ricordano…

“Per me Carla è stata la donna più importante della mia vita, dopo mia madre.
La fortuna me l’ha fatta incontrare molto giovane… e questo ha influenzato la mia vita in maniera molto forte! Le sarò grato per l’eternità!
Come tutti i grandi la personalità di Carla era molto complessa… donna forte e gracile allo stesso tempo…una libellula d’acciaio, come ha detto qualcuno.
Il nostro “matrimonio artistico” è stato bellissimo…intesa perfetta…senza parole ci intendevamo alla perfezione…era tutto feeling e meraviglia! Mi ha obbligato senza volerlo, a crescere e a raggiungere il suo livello.
Non so se l’ho raggiunto, ma quello che abbiamo vissuto insieme sul palco era celestiale, perché lei baciata da Dio, emanava luce divina.
Ora credo sia solo luce…che è vita! Unica, irraggiungibile, meravigliosa!

Gheorghe Jancu

Danzatore, Coreografo e Maestro di fama internazionale

“Con la scomparsa di Carla Fracci si chiude un’era, un’epoca. Una delle nostre più grandi artiste ci ha lasciato. Ci mancherà la sua luce, il suo sorriso, il suo carisma. Per generazioni di danzatori è stata un punto di riferimento, una costante ispirazione, un vessillo, un enorme esempio, seppur irraggiungibile, da seguire. Le siamo grati per le sue magnifiche interpretazioni che, sempreverdi ed intramontabili, rimarranno nel nostro cuore come un segno incomparabile di grandezza artistica”.

Come gesto in memoria di questa eccezionale artista, io ed il Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo desideriamo dedicarle i nostri spettacoli di Giselle al Teatro di Verdura di Palermo a fine luglio.

Grazie cara, magnifica Carla, ti siamo tutti estremamente riconoscenti per la traccia luminosa che hai lasciato in tutti noi, nei nostri cuori rimarrà per sempre vivido il tuo ricordo.” 

Davide Bombana

Direttore del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo

“È uscita ieri 27 maggio, dalla scena di questa vita terrena, Carla Fracci.

Una straordinaria icona, un mito a cui tante generazioni di danzatori, hanno guardato con Ammirazione, e incanto!

Carla, con la quale ho avuto l’ onore di danzare in diverse occasioni, ha rappresentato un esempio assoluto di tenacia, dedizione, disciplina ferrea, e amore, per l’arte che tutti noi abbiamo scelto come forma di professione, oltre che di vita: la danza. 

Ci sono persone che entrano nella leggenda, per quella luce e talento particolari, che solo pochi possiedono; lei ha avuto entrambi questi doni, ed è per questo che resterà per sempre nella memoria di chi le ha vissuto accanto come danzatore, e del pubblico che ovunque nel mondo, l’ ha ammirata, e applaudita.

Grazie Carla per il tuo esempio!

Possa tu danzare adesso, nell’ abbraccio amorevole, ed accogliente del Padre.”

Marco Pierin
Maestro ed étoile internazionale

“Ho sempre avuto un’ammirazione immensa per la nostra Stella della danza, che ha illuminato il mio percorso di danzatrice, avendo avuto il privilegio di lavorare nella sua compagnia per molti anni.

Un’esperienza indimenticabile ed emozionante.

Abbiamo portato l’arte e la bellezza nei teatri e nelle piazze di tutta Italia.

Grazie Carla, sarai sempre nel mio cuore.”

Antonella Stroppa
Danzatrice e insegnante

“E’ stato un grande onore per me, danzare alla sua presenza .
Il ricordo delle sue parole sagge, pure e piene di amore per la danza, sono un ricordo nitido, vivo ed emozionante.”

Sara Renda

Étoile dell’Opera’ di Bordeaux

“Carla Fracci, l’indimenticabile ballerina romantica per eccellenza, è una perdita che, lascia un vuoto incolmabile.
Con lei scompare un mito che ha illuminato tutte le generazioni e che quasi non accetti che possa essersene andata, perché quando pensi a lei, la pensi speciale, unica, eterna…
Ma Carla la sua eternità l’ha affidata a tutti i meravigliosi ruoli che ha interpretato, all’immenso patrimonio artistico di cui ci ha fatto dono prezioso e che la terrà in vita per sempre.
Ripenso a quella sua professionalità rigorosa e di perfezione assoluta, che la rendeva forte e sicura in scena, pronta ad affrontare qualsiasi imprevisto senza paura, e che le permetteva di trasformarsi, in un’interprete senza pari.
Di questa perfezione e dedizione lei era esempio, sempre… e questo si aspettava da chi lavorava con lei, partner, ballerino di fila, o costumista.
Per un Galà ad Amburgo, John Neumeier, mi invitò chiedendomi di danzare con Carla, poiché lei in quel momento si trovava senza partner, ed io accolsi questo invito con grande entusiasmo. Dovevamo danzare “Le Silfidi”.
Poche prove, solo per verificare le differenze delle diverse versioni di questo balletto romantico, sulle note di Chopin. Ci trovammo in grande sintonia fin da subito: Carla emozionava e magnetizzava anche solo attraverso i piccoli dettagli.
Con noi c’era sempre Beppe Menegatti, grande uomo di cultura, pigmalione di Carla oltre che marito. Non posso pensare a lei senza lui e viceversa…una coppia che sapeva sostenersi e confrontarsi mescolando umanità e arte.
Fu però a seguito dell’invito di un importante impresario Giapponese, nelle città di Osaka e Tokyo in cui danzavamo in un Galà di Stelle Internazionali, che ebbi la possibilità di conoscere meglio Carla, grande in scena ma anche persona semplice, umana e che amava chiacchierare di tutto.
Era il 1988, la memoria va al nostro viaggio in aereo, ai momenti di allegria, al Teatro e a noi due per i corridoi che provavamo passi… prove estenuanti e pause in camerino seduti a bere un the, con Beppe che cuciva paillettes sul costume di Carla, per la meravigliosa Danza Russa del balletto il Lago dei Cigni, che avremmo interpretato.
Voglio ricordarla cosi… donna che aveva piedi ben saldi a terra, e partner straordinaria con il dono di saper volare.

Vladimir Derevianko

Maestro ed étoile internazionale

“Una figura unica che ha lasciato un forte segno in ognuno di noi.
Meravigliosa interprete del repertorio romantico e non solo, con la grande capacità di rinnovarsi sempre e trovare nuovi personaggi.
Con lei finisce un’epoca, ma i grandi artisti rimangono sempre nei nostri cuori.”

Luciana Savignano

 Étoile internazionale

“Cara Carla, Grazie.
Grazie per il tuo lavoro, la dedizione, la gioia per la vita e l’amore per l’arte.
Grazie per aver coinvolto e riempito innumerevoli cuori, con infinite e impalpabili emozioni !
Grazie, vola in pace”

Elena Bottaro

Solista dell’Opera di Stato a Vienna

“L’improvvisa scomparsa di Carla Fracci mi ha lasciata molto scossa, a lei mi lega un lungo ed intenso periodo professionale durante il quale ho avuto la fortuna di studiare e approfondire con lei i maggiori titoli del repertorio classico.
I suoi preziosi insegnamenti mi hanno arricchita come danzatrice e come persona, oggi più che mai sento il dovere di trasferirli ai miei giovani danzatori affinché venga tramandato il patrimonio artistico che Carla Fracci ha saputo donare durante il decennio di Direzione al corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma.”

Laura Comi

Direttrice della Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma

“Vorrei raccontarvi una storia…una storia che parte dal mio cuore e dai miei ricordi per arrivare fino a voi.
C’era una volta una bambina piccolina, gioiosa ed esile, che si divertiva a correre nei campi in mezzo al verde e in mezzo ai fiori.
Durante le sue spensierate giornate passate nella natura rincorreva le farfalle, di cui ammirava la straordinaria e affascinante leggerezza.
Crescendo, la piccola lasciò la campagna e venne a Milano con i suoi genitori, ben lontana da quella quotidianità fatta di cose semplici e di grandi corse libere.
Il movimento era il suo modo speciale di esprimersi e siccome era una bambina vivace che amava anche ballare sulle note delle musiche più popolari (come i valzer e il ballo liscio) una amica della madre suggerì di portarla alla Scuola di ballo della Scala.
Fu così che la bimba che rincorreva le farfalle, andò alla scuola di ballo e crescendo fece una grande carriera, sempre conservando in lei quello spirito bucolico del bello, del semplice e al tempo stesso la leggiadria delle amate farfalle.
La disciplina della Scuola scaligera era molto dura e diversa dai suoi valzer popolari e spontanei, ma lei era incredibile… lavorava tanto… le piaceva lavorare per essere sempre la migliore, e giorno dopo giorno diventò la ballerina italiana più famosa del mondo.
I teatri più prestigiosi, dall’ America alla Francia, Inghilterra e Giappone la accolsero e l’acclamarono, confermando la sua notorietà a livello mondiale.
Ora la bambina, che è diventata grande insieme alla sua danza, è tornata a quegli amati campi pieni di fiori che sono ora in mezzo alle nuvole, è tornata a rincorrere le farfalle e a danzare con i suoi cari colleghi.
A noi quaggiù manca tanto ma pensiamo quanto potrà essere felice lassù con tutto quello che ha amato di più nella sua vita e siamo certi che ci guardi perché ci ama così come tutti noi continuiamo ad amare lei.
Questa bambina è Carla Fracci.”

Anna Maria Prina

Ballerina, insegnante, già direttrice della Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano

“È passato un giorno dall’annuncio prima che mi rendessi conto che Carla Fracci era scomparsa. Da giornalista quale sono la notizia delle sue condizioni di salute, gravi e forse ormai senza speranze, mi erano arrivate all’alba, insieme alla richiesta della mia testata di preparare un articolo in memoria “nel caso…”. Non volevo crederci: avevo visto la signora Fracci poco tempo prima, alle prove di Giselle al Teatro alla Scala, attentissima dal palco reale con la mascherina bianca come i suoi abiti, e l’avevo scorta alla fine dietro le quinte seguire i suoi protégés e quando tutti se n’erano andati dare ancora le ultime correzioni, laggiù presso la tomba. Dal mio palco mi era riuscito di immortalarla in qualche scatto rubato, per cogliere l’eccezionalità di quel momento, l’eterna Giselle trasmessa ad altre giovani Giselle in cerca del suo afflato. Vedere le sue masterclass online, virtualmente insieme a colleghi dalla Russia, dal Giappone, dall’Inghilterra che mi avevano chiesto come seguire l’evento, era stato per me motivo di entusiasmo, ma anche di rimpianto per tutti quegli anni di insegnamenti perduti. Penso ci fosse proprio quel rimpianto nelle lacrime delle Prime ballerine scaligere che piangevano la morte di Carla Fracci con tanta disperata sincerità. Ad altre prove alla Scala aperte alla stampa e agli artisti avevo visto ancora una volta Carla Fracci, nel suo palco insieme al marito Beppe Menegatti, felice di accogliere tutti coloro, tanti, che volevano omaggiarla con un saluto o avvicinarla per una parola. Anch’io avrei voluto salutarla, ma in quell’occasione non osai, forse per non varcare la soglia che questi tempi ci hanno imposto, e oggi me ne rammarico. A questo pensavo mentre ero costretta, con il cinismo professionale a cui non sono abituata, a scrivere un ricordo in mortem per lei che ancora morta non era. Già rimpiangendo tutto quanto anch’io non le avevo chiesto: racconti, ricordi, memorie, consigli, ahimé rimandando un incontro o un’intervista di cui non potrò più godere.”

Valentina Bonelli 

Giornalista, critico di danza e storico di balletto

IDEAZIONE E DIREZIONE ARTISTICA

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